Ecco la mano robotica per comunicare con i sordociechi

Il metodo Malossi prevede di comporre sulla mano le parole tramite le lettere dell’alfabeto posizionate in punti particolari: come funziona

Si tratta di un progetto, piuttosto ambizioso, di tre ragazzi ormai diplomati: Matteo Bravin, Daniele Rizzetto e Manuel Palamin dell’Istituto Tecnico Industriale Kennedy di Pordenone per L’Anno Scolastico 2021-2022 che, coordinati dal loro Prof. di robotica Salvatore Adamo, hanno partecipato alle olimpiadi nazionali omonime di Genova, nello scorso maggio, nella categoria “Robot per l’assistenza alla persona”. Il progetto, denominato “Calliope” intende sviluppare una tecnica di relazione con i sordociechi, tramite l’alfabeto Malossi, interfacciati da un mini-computer.

Alla base della realizzazione c’è prima di tutto l’idea, suggestiva, ambiziosa, sensibile che il team di ragazzi e loro professore, non nuovi a partecipare e vincere gare di robotica, hanno avuto; idea che ha cercato un primo studio di fattibilità attraverso degli incontri in sede, per conoscere, capire e metabolizzare le esigenze, le difficoltà che causano nella persona sordocieca isolamento e incomunicabilità. Assunte le prime fondamentali informazioni, implementate da altre ricerche specifiche ed osservato il comportamento di un nostro socio sordo-cieco, sono passati ai primi esperimenti, che hanno portato dopo mesi di lavoro, ad un primo prototipo di guanto.


Il metodo Malossi prevede di comporre sulla mano le parole tramite le lettere dell’alfabeto posizionate in punti particolari.

Il guanto, dotato di una serie di sensori capacitivi e collegato da cavi che, in un’ipotesi di realizzazione standard, verrebbero sostituiti da una connessione bluetooth e da un mini-computer tascabile, riproduce vibrazioni in corrispondenza delle lettere necessarie, inviate attraverso dettatura al computer. Il dispositivo comunque prevede una comunicazione bidirezionale, nel senso che anche un sordo-cieco potrà trasmettere il proprio messaggio ad una persona normodotata.

Alla prova generale del prototipo, avvenuta venerdì 23 settembre, presso la sede dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Pordenone, una grande emozione ha pervaso tutti i presenti all’esperimento quando, il socio destinatario, ha perfettamente interpretato il saluto che gli veniva rivolto.

Alle citate olimpiadi, il team col progetto si è classificato al 4° posto, un risultato lusinghiero e di grande soddisfazione per tutti, anche per noi della sezione pordenonese dell’UICI che accogliamo quotidianamente in sede il socio sordocieco con attività manuali e di laboratorio che svolge con grande impegno ed entusiasmo.

Speriamo che questa idea possa avere un futuro, se non altro per la sensibilità che il team ha dimostrato e la capacità di voler apprendere ed ascoltare le esigenze di persone che raramente si incontrano ed estremamente in difficoltà. A loro, comunque vada, rivolgiamo il nostro grazie per l’idea ,la serietà e l’enorme sensibilità che ha permesso loro di realizzare il progetto anche dopo la conclusione del percorso di studi. Un vivo ringraziamento all’I.T.S.T. Kennedy che, tramite la sua Dirigente Prof.ssa Laura Borin, riesce a proporre, finanziare e dare una certa visibilità a progetti di utilità sociale servendosi della tecnologia.

Link all'articolo del Messaggero Veneto