Micro&Macro: Scatti di Umanità Oltre il Confine


Ci sono confini che si vedono e altri che si sentono. Alcuni sono tracciati sulle mappe, altri passano silenziosi tra le persone. La fotografia ha il potere di cogliere entrambi, fermandoli in un’immagine che sa raccontare ciò che le parole non sempre riescono a dire. Lo dimostra anche quest’anno la mostra “Micro&Macro”, giunta alla sua undicesima edizione, che quest’anno ha proposto un tema ambizioso e profondamente attuale: Oltre il confine.

Un confine non è solo ciò che divide, ma anche ciò che invita a guardare al di là. La parola stessa contiene una spinta in avanti, verso un oltre da esplorare. Con questa consapevolezza, studenti, docenti e personale scolastico sono stati invitati a riflettere attraverso le immagini su ciò che separa e su ciò che unisce: tra nazioni, culture, generazioni, spazi, relazioni. Il progetto ha accolto anche chi non ha partecipato all’uscita fotografica a Gorizia, dimostrando che l’arte nasce da uno sguardo consapevole, non necessariamente da un luogo.

Il cuore simbolico dell’iniziativa è stato proprio il viaggio a Gorizia, città-simbolo della storia europea del Novecento. Lì, nel 1947, una linea tracciata in piazza Transalpina separò improvvisamente famiglie, identità, quotidianità. Un confine non solo fisico, ma psicologico, culturale, umano. Visitare quel luogo oggi, dove la separazione è diventata memoria e la piazza è tornata spazio condiviso, è stato per molti studenti un’occasione per interrogarsi su ciò che significa oggi vivere al di qua o al di là di un limite.

Le fotografie, sono ora esposte nel corridoio che conduce alle palestre, trasformato per l’occasione in una galleria d’arte accessibile e coinvolgente. Ogni immagine racconta un confine diverso: quello tra natura e città, tra dettaglio e insieme, tra sé e l’altro. “Micro&Macro”, appunto. Uno sguardo personale che si fa collettivo, perché ogni fotografia, anche se intima, parla a chi guarda. C’è chi ha raccontato paesaggi sospesi, chi volti, chi gesti semplici ma significativi: ognuna delle opere diventa così uno spunto di riflessione su ciò che delimita, ma anche su ciò che collega.

Ma perché questa mostra è così importante per la nostra scuola? Perché dà spazio a un linguaggio diverso da quelli tradizionali. Perché la fotografia è una forma di espressione potente e inclusiva, capace di dare voce anche a chi fatica a farlo con le parole. Per noi giovani, è un modo per raccontare il mondo attraverso lo sguardo, per dare forma alle emozioni, per prendere posizione senza bisogno di proclami. In un contesto scolastico come il nostro, dove prevalgono le discipline tecniche, progetti come “Micro&Macro” ricordano che la formazione completa passa anche dall’ascolto, dall’immaginazione e dalla bellezza. Non è solo un esercizio artistico, ma un allenamento all’empatia e alla lettura del reale.

Il progetto, ha ancora una volta messo in luce quanto sia necessario educare lo sguardo, imparare a osservare con attenzione, a cogliere dettagli che sfuggono a uno sguardo frettoloso. In un’epoca dominata dalla velocità delle immagini, fermarsi a costruire uno scatto pensato, cercare una composizione, scegliere un titolo, è anche un atto di resistenza culturale.

Un ringraziamento va al dirigente Professor Piervincenzo Di Terlizzi, alle vicepresidi Elena Bozzetto e Paola Pagotto, ai Professori Pietro Nunziata e Monica Armenio che hanno coordinato il progetto, agli uffici di segreteria e a tutti coloro che hanno partecipato con entusiasmo, contribuendo con i propri scatti e con la propria sensibilità. Perché oltre il confine — geografico, sociale o emotivo che sia — c’è sempre qualcosa da scoprire, da comprendere, da raccontare. Basta avere il coraggio di guardare.

Nosrat Zakaria 2HBI

micro e macro

Allegati

JFK MicroMacro 2024 2025 Manifesto.pdf

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