Rappresentare le specializzazioni del J.F. Kennedy

quadro aula insegnanti

Sospesa sopra gli armadietti della sala insegnanti del nostro istituto, quest'opera, "Rappresentare le specializzazioni del J.F. Kennedy", vibra di colori, simboli e significati, un intreccio tra tecnica e creatività che racconta un futuro plasmato dall’ingegno umano.
Non è solo un’illustrazione delle discipline che animano l’istituto ma un vero e proprio dialogo visivo tra tradizione e innovazione, tra materia e spirito, tra tecnologia e umanità.
Realizzata con materiali semplici – polistirolo e pannelli di multistrato accuratamente levigati, dipinti con vernice bianca opaca, ulteriormente levigati e poi decorati con pitture acriliche – incarna la cura per i dettagli e il desiderio di lasciare un messaggio duraturo.
Creata da Gaiarin Irene (5^A MP) e Minatel Thomas (ex 5^C IA), guidati dal determinato professor Pietro Nunziata, questo elaborato grafico ci parla.
È il risultato di un bozzetto votato dal corpo docenti del concorso interno relativo alla realizzazione di un pannello decorativo per la sala insegnanti, per il quale l’alunno Minatel ha ottenuto la maggioranza dei voti.
La celebre Marie Curie, le beute e le molecole, protagoniste centrali, parlano della chimica: quella scienza che svela i segreti invisibili della materia e ci invita a scoprire la bellezza nascosta nei suoi processi.
Accanto, le forme geometriche tridimensionali richiamano la plasturgia, la capacità di modellare la realtà, di dare forma al futuro con le mani, trasformando il semplice in straordinario.
È la capacità di prendere una materia grezza e plasmarla in oggetti utili. È la scienza del fare, della trasformazione creativa, del progresso sostenibile.
Sullo sfondo, gli ingranaggi girano instancabili, simbolo della meccanica, di quel legame tra forza e precisione che muove il mondo e alimenta la nostra immaginazione.
È la disciplina che collega l’uomo alle macchine, costruendo il legame tra creatività e funzionalità.
Circuiti e icone di energia emergono delicati ma potenti, raccontando l’elettrotecnica e la sua capacità di connettere e alimentare, mentre i tasti e gli elementi digitali ci trasportano nell’informatica, un luogo che traduce il pensiero umano in strumenti capaci di cambiare il nostro destino.
È il linguaggio del futuro, un mondo virtuale che si costruisce con logica e immaginazione,
trasformando numeri e codici in strumenti che cambiano la realtà.
E poi c’è il colore, quella danza di tonalità che dà vita e profondità a ogni dettaglio. I toni vivaci e brillanti si intrecciano in un’armonia equilibrata: il blu suggerisce serenità e fiducia nel progresso, il verde speranza e sostenibilità, mentre l’arancione caldo e il giallo acceso richiamano la creatività, la luce dell’idea che si accende, il fuoco dell’innovazione. I colori, distribuiti con sapienza, non sono mai statici: sembrano pulsare, vivi, come se il murale respirasse l’energia degli studenti che lo guardano e lo vivono ogni giorno.
E guardandolo, qualcosa si muove dentro. C’è ispirazione, ma anche una riflessione profonda: quest'opera non è solo un omaggio alle discipline, ma un invito a non perdere di vista ciò che conta davvero.
Le mani che hanno levigato il compensato, che hanno steso con pazienza il bianco opaco e poi dipinto con acrilico ogni dettaglio, ci ricordano che l’innovazione nasce sempre da un gesto umano. Anche la macchina più perfetta è figlia dell’immaginazione, del lavoro, della fatica.
Non è un’opera che celebra la tecnologia fine a sé stessa, ma il suo legame inscindibile con l’essere umano. Ci ricorda che la scienza deve essere al nostro servizio, non il contrario. Le macchine, i circuiti, i robot non sono il nostro futuro, ma gli strumenti che ci aiuteranno a costruirlo, senza mai annullare l’uomo, il suo spirito, la sua creatività.
Questo murale non è solo una decorazione: è un manifesto di speranza. È un inno a chi lavora con passione, a chi cerca di capire, creare e trasformare. È un tributo a chi, con passione e ingegno, costruisce un mondo in cui la scienza e la tecnologia esistono per servire l’uomo e non per annullarlo.
È un richiamo visivo che parla a ognuno di noi, ricordandoci che, nel dialogo tra tradizione e innovazione, tra mente e cuore, l’essere umano è sempre il centro.
Colgo per porgere un sentito ringraziamento al Preside Piervincenzo Di Terlizzi, le Vicepresidi Elena Bozzetto e Paola Pagotto, i professori che hanno contribuito indirettamente, ai signori Gianluca Sottile e Fadelli Fabio, che hanno gentilmente installato l’opera.
Nosrat Zakaria 2HBI

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